Su un’auto è meglio un nanocoating spesso o un nanocoating sottile?

 

In altre parole…
meglio un nanocoating spesso 10 micron o un nanocoating spesso 5 micron?

Per molti potrà sembrare una domanda retorica, presupponendo che un nanocoating spesso è più performante di un nanocoating sottile.

In genere potremo affermare che un nanocoating spesso è più resistente all’usura, ma bisogna considerare anche altri fattori, es. la lucentezza e la trasparenza.

Per comprendere la risposta dobbiamo essere consapevoli di quali sono le proprietà di un nanocoating.

E sopratutto sapere che

Un nanocoating è tanto migliore quanto migliori sono i valori espressi dalle sue caratteristiche:

 

Durezza, che determina la resistenza ai graffi.

Durata del rivestimento, che include la capacità di adesione.

Protezione dallo sporco.

Protezione dai raggi UV.

Protezione dall’aggressione chimica, incluse piogge acide, escrementi di uccelli, resine.

Incremento della brillantezza.

Resistenza all’acqua e all’ossidazione.

Facilità di applicazione.

 

Purtroppo potenziare contemporaneamente tutte le proprietà sopra elencate non è affatto semplice.

Perché?

Perché spesso potenziarne una significa sacrificarne un’altra.

Per esempio…

Spesso l’aumento dello spessore va a scapito della trasparenza.

Spesso la facilità di applicazione predilige il coating monostrato, di conseguenza si dovrebbe rinunciare alle qualità del coating multistrato.

E così via.

 

Considerando poi che…

 

La diversità tra un nanocoating e un altro è dovuta principalmente alla natura delle nanoparticelle.

Per esempio…

Particelle di silice o diossido di silicio (SiO2) – migliorano la durezza, la resistenza all’acqua e all’ossidazione.

Particelle di ossido di alluminio (Al2O3) – aumentano la resistenza all’usura e all’abrasione.

Particelle di titanio (TiO2) – migliorano la resistenza alla luce UV e all’invecchiamento.

Particelle di nitruro di silicio (Si3N4) – aumentano la resistenza alla flessione e alla rottura.

 

E tenendo presente che…

 

La dimensione delle nanoparticelle incide sulla trasparenza del rivestimento.

In generale più piccole sono le particelle e più trasparente sarà la matrice del coating.

Questo perché le nanoparticelle più piccole hanno dimensioni più vicine alla lunghezza d’onda della luce visibile, che gli consente di passare attraverso le particelle con maggiore facilità.

La dimensione delle nanoparticelle incide anche sulla capacità di penetrazione della superficie, quindi sulla capacità di legarsi a essa.

La durezza e la lucentezza (in gergo gloss) di un nanocoating dipendono da una combinazione di fattori, tra cui:

– Il tipo di particelle che lo compongono.

– La struttura cristallina delle particelle e la disposizione delle stesse.

– Morfologia: la forma e le dimensioni delle particelle.

– Il trattamento termico applicato al nanocoating.

– Lo spessore del nanocoating può influire sulla sua durezza.

– La dimensione delle nanoparticelle consente una compattezza maggiore in una data superficie.

– Indice di rifrazione (relativa alla sola lucentezza).

 

Bisogna inevitabilmente accettare dei compromessi

 

Un nanocoating sarà più performante di altri in fatto di durezza,

qualcun altro in lucentezza,

un altro ancora in durata,

un altro nella protezione dei raggi UV

e così via.

 

Quindi per rispondere alla domanda:

 

Meglio un nanocoating spesso o un nanocoating sottile?

NON ESISTE RISPOSTA SECCA.

Se proprio volessimo darne una, diremo:

Il giusto compromesso che consenta di esprimere al meglio la trasparenza e la durezza.

 

Al momento non è possibile stabilire una relazione universale che descriva come l’una o l’altra di queste caratteristiche influisca sul prodotto finale.

Le ragioni di questa impossibilità, oltre che tecniche, sono dovute alla giovane età del settore, che ancora non è ricchissimo di test.

Il produttore di nanocoating dovrà quindi provare diverse combinazioni di elementi e quantità per trovare un prodotto finale che valorizzi il più possibile le caratteristiche sopra elencate.

Motivo per cui i più grandi prestano parecchio attenzione a mantenere segrete le proprie formulazioni.

Ma chi può permettersi di secretare le proprie formulazioni?

Pochissimi. Solo i più grandi e strutturati poiché devono sostenere un proprio reparto di chimici, fisici e ingegneri che si adoperano continuamente nella sperimentazione.

C’è un aspetto che non può essere ignorato in fatto di spessore.

Riguarda i nanocoating multistrato.

I nanocoating multistrato consentono di aggiungere uno strato sopra l’altro, aumentando di conseguenza lo spessore.

Per fare un esempio, il nanocoating Ceramic Pro specifico per la carrozzeria delle auto è generalmente più sottile rispetto a molti altri. Una scelta in funzione dell’utilizzo di specifiche nanoparticelle che favoriscono una maggiore trasparenza.

Ma grazie al fatto di essere un nanocoating multistrato, è possibile aumentare lo spessore in modo considerevole, favorendo tra l’altro anche una maggiore profondità di colore, una maggiore durezza e una migliore protezione dai raggi UV.

 

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