DOMANDE FREQUENTI

Alcuni Concetti Chiave sulla Nanoceramica

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Per trattamento nano-ceramico si intende l’applicazione di nanoparticelle su una superficie allo scopo di generare nuove caratteristiche sulla superficie stessa.

L’applicazione di tali nanoparticelle altro non è che la deposizione di un liquido contenente nanomolecole (generalmente Biossido di Silicio, SiO2).

Una volta che il liquido (a base di acqua o alcol) applicato sulla superficie evapora, rimane uno strato impercettibile di nanoparticelle che crea nuove proprietà sulla parte più esterna del materiale.

Tra le più comuni proprietà annoveriamo:

  • maggiore durezza
  • maggiore lucentezza
  • maggiore resistenza alle aggressioni chimiche
  • minore coefficiente di attrito

Molto approssimativamente potremo considerare il trattamento nano-ceramico come una sorta di verniciatura. Una vernice, però, con uno spessore talmente piccolo (attorno al micron) che non è possibile percepirla se non con degli strumenti di rilevazione professionali.

L’applicazione di questa “vernice nano-ceramica” è chiamata rivestimento nano-ceramico, in gergo internazionale “nanocoating”.

Sebbene il campo di applicazione dei rivestimenti nano-ceramici sia molto ampio, fanno eco sopratutto le applicazioni nel settore auto.

In Italia questi tipi di rivestimenti sono chiamati “trattamenti ceramici per auto” o “nano-ceramica” o “nanotecnologia auto” o semplicemente “trattamento nano”.

Perché si fa un trattamento nano-ceramico sull’auto?
Semplice, per proteggere la carrozzeria dell’auto da sporco, piogge acide e micro graffi. Non ultimo per aumentarne la lucentezza e la profondità di colore.
Alcuni nano-coating sono in grado di migliorare le condizioni di brillantezza dell’auto appena uscita dalla concessionaria.

Semplice, per proteggere l’auto dal deterioramento dato dal sole, dall’umidità, dai piccoli danni accidentali come graffi superficiali, piogge acide, escrementi di uccelli.

L’applicazione di un prodotto nanotecnologico crea una barriera di nanomolecole sulla superficie che è in grado di filtrare i raggi UV, resistere meglio ai graffi, impedire che gli agenti chimici aggrediscano la vernice e allo sporco di attaccarsi.

Insomma il nanofilm protegge la superficie dall’aggressione dei contaminanti e di tutti gli agenti esterni che normalmente creano il degrado della superficie e la invecchiano.

Inoltre alcuni prodotti nano sono in grado di aumentare la lucentezza e la profondità di colore.
Alcuni nano-coating sono in grado di migliorare le condizioni di brillantezza dell’auto appena uscita dalla concessionaria.

Su vari tipi di materiali come vernici, plastiche, vetri, metalli, pelli, tessuti, muri e pietre. Naturalmente le proprietà acquisite dalla superficie e le rispettive performance variano in funzione del tipo di prodotto utilizzato e dello stress cui è sottoposta la superficie.

No, esistono oltre 100 prodotti differenti e le loro caratteristiche cambiano in funzione di:

1. Tipo di nano-molecola utilizzata

2. Elementi con i quali si diluiscono le nano-molecole per formare il nanocoating

3. Tipo di materiale con il quale entra in contatto il nanoprodotto o nanocoating

4. Mano dell’applicatore

La gran parte dei nanoprodotti in commercio non sono idonei per applicazioni professionali, di solito sono utilizzati da amatori che non fanno i trattamenti per lavoro. La cosa migliore per avere un risultato di qualità è rivolgersi a un professionista poiché conosce i prodotti professionali, ma sopratutto tecniche, strumenti e precauzioni varie.

Ci sono vari accorgimenti da seguire per ottenere un risultato di qualità. Uno su tutti è l’accurata pulizia della superficie eseguita con strumenti e tecniche specifiche. La presenza di molecole di sporco, infatti, impedisce la deposizione delle nanomolecole tra gli spazi dei legami molecolari della superficie, con la conseguenza che in quel punto vi è assenza di prodotto e di prestazione. Secondo il tipo di superficie, es. carrozzeria di auto, oltre alla pulizia è necessario eseguire una lucidatura per eliminare difetti e imperfezioni di fabbrica o date dall’usura.
Per una corretta applicazione è altrettanto importante la condizione ambientale, sia per un fattore legato ai contaminanti volatili che andrebbero a depositarsi sulla superficie sia per motivi di temperatura e umidità che determinano modi e tempi di lavorazione.
Vi sono poi strumenti e prodotti di preparazione più o meno prestanti che variano anche in funzione della mano esperta di colui che li utilizza.

Il costo varia fondamentalmente in funzione della grandezza del mezzo, dallo stato delle superfici e del tipo di trattamento.
Una soluzione professionale costa mediamente da 400 a 2000 euro.

Presso un detailer professionista, come, per esempio, un applicatore autorizzato Ceramic Pro.

Dipende sostanzialmente dal prodotto utilizzato e dallo stress che subisce la superficie. Alcune applicazioni durano qualche settimana, altre anni, altre ancora sono permanenti.

Il campo di applicazione più diffuso è quello automobilistico, ma è sempre più utilizzato anche nel mondo industriale, in quello nautico e domestico.
I prodotti Ceramic Pro sono utilizzati da 10 anni anche nel settore aeronautico e militare.

No, tuttalpiù funge da strato sacrificale a protezione del materiale originale.

Il termine nanotecnologia indica generalmente la manipolazione della materia a livello atomico e molecolare. Per definizione è un ramo della scienza applicata e della tecnologia che si occupa del controllo della materia su scala dimensionale nanometrica (10-9, un miliardesimo di metro) e della progettazione e realizzazione di dispositivi in tale scala.

Quando si parla di nanotecnologie, abbracciamo un campo molto vasto e variegato, tanto che il prefisso “nano” accompagna un gran numero di discipline come la nanoelettronica, la nanofisica, la nanobiologia ecc., con campi di applicazione pressoché illimitati che coinvolgono un po’ tutti i settori produttivi.

In altre parole si è cercato di replicare artificialmente delle strutture molecolari presenti negli animali e nelle piante allo scopo di riprodurre determinati fenomeni naturali come la proprietà dei gechi di camminare capovolti e sfidare le leggi gravitazionali o la proprietà di idrorepellenza e antisporcamento tipica di alcune piante come il Loto, o ancora la proprietà dello scarafaggio del deserto di immagazzinare l’acqua dall’umidità della nebbia.

Tali studi hanno aperto delle prospettive assolutamente rivoluzionarie, proprio in virtù del livello dimensionale: a livello “nano”, infatti, i comportamenti e le caratteristiche della materia si modificano in modo notevole. La conseguenza è che le tecnologie associate al mondo nano portano alla produzione di materiali, strutture e dispositivi caratterizzati da proprietà e funzionalità che vanno fondamentalmente in due direzioni: o sono notevolmente migliorate o sono completamente nuove.

Citando l’espressione di alcuni professori: con la nanotecnologia è come se si utilizzassero nuove materie prime ottenute da quelle già conosciute.

Le applicazioni nanotecnologiche si muovono fondamentalmente in due direzioni:

  1. Trasformazione chimica della superficie dei materiali mediante l’inserimento di specifici atomi o molecole al loro interno;
  2. Ambito rivestimenti/coating. Le nanomolecole sono applicate sulle superfici.

Dall’osservazione di una proprietà intrinseca alla pianta del loto: la repellenza ai fluidi e all’attaccamento dello sporco.
Le prime osservazioni, a fine degli anni 50’ suscitarono la domanda spontanea:

“perché il fiore rimane pulito nonostante il suo habitat di acque fangose e stagnanti?”
“Sicuramente abbiamo a che fare con una superficie estremante liscia”, fu la prima deduzione.

Invece, dopo avere osservato il fiore al microscopio, si scoprì che la sua superficie è tutt’altro che liscia, anzi, assai ruvida, formata da tanti peletti fittissimi tra loro rivolti verso l’alto. Le molecole dell’acqua rimangono come sospese su questi peletti non riuscendo ad adagiarsi sulla superficie per due principali motivi: a) perché sono grosse rispetto ai peletti; b) per via dell’alta tensione superficiale presente sulla superficie – essendo parecchio maggiore di quella dei fluidi – respinge le molecole di acqua allo stesso modo in cui si comportano due calamiti avvicinate tra loro in corrispondenza dei poli con lo stesso segno.
L’area di contatto tra la goccia di acqua e la superficie di appoggio è inferiore al 3%, pertanto sia l’alta tensione superficiale sia il peso della goccia fa scivolare via quest’ultima che trasporta con sé le sostanze contaminanti (sporco). Per questo motivo si ha anche un effetto di autopulizia.

Su imitazione di questa pianta si sono realizzati dei prodotti – appunto i nanoprodotti – con simili caratteristiche.

Esistono centinaia di prodotti diversi, quindi centinaia prezzi diversi. Quello che possiamo asserire con certezza, essendo uno dei 3 produttori mondiali, è che la realizzazione di un nanoprodotto comporta l’utilizzo di macchinari e tecniche costose, per cui va da se che un prezzo troppo basso sia indice di un’alta diluizione del prodotto finale o di un prodotto non propriamente “nano”.

Se si considera un nanoprodotto professionale, un coating che – in assenza di abrasione o forte stress – abbia una durata superiore ai 6 mesi, il prezzo commerciale oscilla tra i 500 e i 1000 euro per litro.

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